Palazzo Chigi ospita il confronto con le parti sociali: confermata la Cig, garantita la copertura per le attività. Ma il futuro resta incerto.
ROMA – Si è tenuto oggi a Palazzo Chigi un nuovo tavolo sull’ex Ilva di Taranto, uno dei dossier industriali più delicati e controversi dell’agenda economica nazionale. L’incontro, presieduto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, ha visto la partecipazione dei ministri Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) e Marina Calderone (Lavoro e Politiche Sociali), oltre ai vertici sindacali e ai rappresentanti dei soggetti istituzionali coinvolti.
L’obiettivo dichiarato dell’esecutivo è chiaro: rilanciare la siderurgia italiana garantendo al contempo la tutela dell’occupazione. “Il Governo è pienamente impegnato, a tutti i livelli, per accompagnare il percorso di rilancio dell’ex Ilva”, ha affermato Mantovano aprendo i lavori.
La trattativa per la vendita resta aperta
Al centro del confronto, la futura cessione dell’impianto siderurgico, attualmente sotto gestione commissariale. Palazzo Chigi ha confermato che la trattativa è in corso e che “prosegue con continue interlocuzioni”, pur senza fornire dettagli sui potenziali acquirenti né sulle tempistiche di chiusura dell’operazione. Un nodo non secondario, che alimenta l’incertezza tra i lavoratori e i sindacati, i quali chiedono da tempo maggiore trasparenza sui prossimi passaggi e garanzie sulla continuità produttiva.
Cig confermata, arriva un nuovo decreto legge
Sul fronte occupazionale, il Governo ha assicurato che le attuali condizioni per la Cassa Integrazione Guadagni (Cig) restano invariate, una misura fondamentale per i circa 10.000 lavoratori coinvolti direttamente o indirettamente nella crisi dello stabilimento di Taranto. Inoltre, è stata garantita la copertura finanziaria necessaria per il proseguimento delle attività aziendali, attraverso l’adozione di un decreto legge ad hoc nei prossimi giorni.
Sindacati cauti: “Servono certezze, non solo dichiarazioni”
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl Metalmeccanici, Usb e Federmanager, insieme ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e del Gruppo Ilva, ai rappresentanti di Invitalia e al consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro.
Le sigle sindacali hanno espresso apprezzamento per l’apertura del Governo, ma rimangono caute: “Prendiamo atto degli impegni assunti, ma servono atti concreti – sottolinea una nota congiunta –. La situazione dell’ex Ilva richiede risposte rapide e strutturali: la siderurgia è un asset strategico per il Paese, ma non può essere rilanciata scaricando tutto sui lavoratori”.
Un nodo industriale e ambientale irrisolto
L’ex Ilva resta una ferita aperta non solo per l’economia, ma anche per l’ambiente e la salute dei cittadini di Taranto. A oltre un decennio dal sequestro dell’area a caldo per disastro ambientale, il futuro dello stabilimento oscilla tra le promesse di decarbonizzazione e i continui stop and go della politica industriale. Intanto, la produzione è ridotta ai minimi storici e i livelli occupazionali restano sotto pressione.
Il Governo ha ribadito la volontà di procedere con una strategia che tenga insieme rilancio produttivo e sostenibilità ambientale, ma senza dettagli operativi. Intanto, sullo sfondo, resta aperto il nodo degli investimenti pubblici e privati necessari per la transizione dell’acciaieria verso una produzione più pulita.